Il dono della pace
E’ il dono più grande, più prezioso, un dono collettivo, dovrebbe unire popoli generazioni e non solo, dovrebbe essere in ognuno di noi, ogni dono ha il suo rovescio della medaglia, ma sta a noi saperlo cogliere.
Non tutti sono in grado di darle forma, anche qui dovremmo aprire una parentesi per dire che tutti potremmo esserne capaci, avere questa opportunità ma dà quando c’è mondo, noi esseri viventi, pensiamo di essere superiori.
Questa superiorità porta a sopra valicare l'altro, qualunque sia l'altro, l’inganno di questo è pensare che l'altro sia inferiore, perciò noi possiamo conquistarlo, tutto ciò comporta la nostra distruzione.
Quante guerre fatte per un ideale, o per terre da conquistare, o per prepotenza di ambizioni o per qualsiasi cosa, basta una scintilla, ancora adesso non è bastata quella smania di superiorità, popoli guidati da governi, superiori anch’essi, da politiche ingannevoli.
Siamo noi i primi ingannatori di noi stessi, le guerre a cosa servono, chi si arricchisce? Non certo la povera gente, non certo il popolo, perdendo case costruite, con sacrificio sudore, e non solo.
Bambini spaventati a morte, colpiti rimasti orfani dei loro genitori, chi dovremmo ringraziare per tutto questo, il governo, lo stato chi?
E’ per questo che questo seme è molto difficile che attecchisca, l’ingordigia, la prepotenza e la superiorità alberga dentro a quella parte di uomini dove quel seme non ha significato.
La pace non significa solo amore, o tolleranza, significa libertà, rispetto per l'altro; l’amore è quasi una parola circoscritta a un fratello, a una sorella, a una madre, marito, moglie, a un amico insomma.
Il senso vero della pace dovrebbe essere globale, la pace dovrebbe essere universale, per chiunque. Siamo rimasti a una mentalità arcaica, dove l’uomo per la sua sopravvivenza, sopra valicava gli altri uomini.
Ancora oggi, dove dovrebbe esserci coesione tra popoli, esiste questa forma prestorica, ma come è possibile?
Generazioni, su generazioni, siamo ancora a questo punto, la storia dovrebbe averci insegnato qualcosa.
L’ombra di un passato buio ed oscuro pieno di sofferenza, e di atrocità, non è bastato, dove vogliamo arrivare, all’estinzione?
Chi guarderà, quello che l’uomo è stato capace di fare, l’arte, la musica, la poesia?
Chi ci sarà a vedere tutto questo, se noi con il nostro comportamento, non ci saremo più.
Magari la nostra terra libera da quell’uomo che non ha saputo coesistere con sé stesso sarà in pace.
Parlo, tantissimo della natura, perché l’uomo è nato con la natura, è il suo cordone ombelicale, ci ha accolto alla nostra nascita e ci accoglierà, nella fine della nostra esistenza.
M T