L'amico immaginario
L'amico immaginario
L’Amico Immaginario
C’era una volta, in una terra lontana, dove l’abbondanza della natura dava alla terra la sua freschezza, fertile e rigogliosa come non mai. La mano di un Uomo accoglieva tra le sue mani, ma senza imprigionarla, questa ricchezza, lei riusciva a sfuggigli, sciogliendosi tra le sue mani; un prestito, che faceva all’Uomo, senza però veramente poter essere posseduta.
Scogliere a picco, dalla roccia frastagliata, uscivano dalla gigantesca montagna; in quella terra misteriosa e sconosciuta viveva una famiglia con il suo bambino, non molto lontano dal villaggio, lassù tra cielo, terra e mare.
Jack era un bambino timido, buono, amava la natura e gli animali.
La cosa che amareggiava Jack era la scuola. Non che non amasse leggere scrivere o la scuola in sé no, ma i suoi compagni, un compagno in particolare, che veniva chiamato Brutus; in realtà si chiamava Bruno.
Brutus era un bambino prepotente, la sua prepotenza sconvolgeva la vita non solo di Jack, ma di tutta la classe. La prepotenza dava i suoi “vantaggi”: la paura, e dalla paura il timore, e poi i seguaci, prendendo di mira chi per loro era diverso, non solo Jack! Jack avrebbe voluto diventarne amico, ma non c’era modo.
Così Jack divenne amico di sé stesso.
Jack un giorno prese il suo libro preferito si mise sotto ad un albero, immerso nei suoi racconti, dove la fantasia evocava qualcosa di misterioso. Jack fece la conoscenza del suo amico immaginario; che dava a Jack forza, coraggio e serenità. Jack aveva ritrovato il suo equilibrio.
Bruno rimaneva sempre Brutus, arrogante e prepotente. I giorni passavano, Jack e il suo amico immaginario, vivevano avventure meravigliose, la fantasia volava tra le colline e dalle scogliere di roccia fuoriuscivano giganti di pietra dall’ aspetto buffo! Tutto prendeva forma e movimento. Jack riportava le sue avventure scritte in un quaderno.
Un giorno durante la lezione Jack distrattamente fece cadere il quaderno, quando il maestro lo raccolse incuriosito, chiese a Jack cosa ci fosse scritto e se poteva leggerlo.
Jack pose tra le mani del maestro il quaderno e disse sì. Il maestro rimase colpito piacevolmente, chiese di nuovo a Jack se potesse leggerlo a tutta la classe. Fu così che comincio un'altra avventura molto più interessante e vera.
Mentre il maestro leggeva; nella classe tutto era immobile e muto. Quasi rapiti dalla maestosità dei racconti anche Brutus rimase colpito a tal punto che cambiò quel burbero atteggiamento di prepotenza.
Jack e Bruno diventarono amici inseparabili, aspettando nuove e appassionanti avventure.
Nel frattempo, Jack e il suo amico immaginario rimasero amici per tutta la vita. Quel bambino era il suo bambino interiore dove Jack si rifugiava dalle sue paure, ritrovando fiducia in sé stesso.
Un rifugio diventa essenziale, per ritrovare il coraggio per ricominciare; Jack trovò il suo, in un bambino immaginario.
M T.