La Luna, lo Stagno
La Luna, lo Stagno
La Luna, lo Stagno
In una terra, circondata da montagne, e dove colline si alternavano come fossero altalene, la natura dormiente all’apparenza, il dolce sonno dell’inverno.
Il freddo gelido e pungente, la cui neve aveva già dato i suoi frutti, ricoprendo con il suo manto bianco lasciando una piccola pozza, era rimasta indenne, i rovi con i suoi steli imburrati dal ghiaccio, avvolgevano lo stagno, come una sorta di abbraccio.
Il buio della notte scendeva velocemente, dando a quel luogo un aspetto incantato, il piccolo stagno aspettava ardentemente la notte, per incontrare la sua amica luna che non mancava al suo appuntamento, mostrandosi più luminosa che mai.
Il suo volto si rifletteva nello stagno ghiacciato, parlando in una lingua sconosciuta all’orecchio umano. Notte dopo notte, sempre più bella, la luna con il suo chiarore dava sollievo ai viandanti, che nella notte, percorrevano il sentiero a lume di una torcia, per tornare a valle.
Non si poteva non notare quello spettacolare incontro davanti ai loro occhi, fermandosi ad osservare un oceano di emozioni palpitavano nel loro petto, stregati dalla luna potevano solo immaginare le loro parole.
Le notti passarono e rimaneva il ricordo, era arrivata già l’ombra di un nuovo cambiamento, un nuovo inizio un nuovo risveglio.
I rovi cominciarono a sciogliere, le prime goccioline, la luna riposava accanto al suo amico, notte dopo notte.
Lo vedeva invecchiato, stanco, la sua immagine si affievoliva con il passare del tempo vegliando il suo amico, inevitabile la sua trasformazione!
Lo stagno, rassegnatosi, soccombendo alla nuova stagione, ma i due non si rattristissero, e si diedero appuntamento al prossimo anno.
M T.