Una giornata di Gennaio
Una giornata di Gennaio
Una giornata di Gennaio
Il cielo borbottava nuvole gonfie di pioggia, sbuffando e dai suoi sbuffi ingigantiva sempre più le nuvole dall’aspetto, cupo e grigio, dal carico pesante, in attesa, appese come se quel cielo fosse stato un filo e da quel filo appesi i suoi panni.
Tutto era pronto! Al suo destino, ecco era giunto il momento, un tripudio di forze e di energia si batté sulla terra; un denso profumo acro di alberi spogli e di foglie morte, una nebbia si innalzava come fosse un muro e sopra quel muro un gigante agitando le sue braccia.
Giorni freddi e sconsolanti, dal pungente sapore di ghiaccio, dai camini fumanti un piccolo uccello dava riparo alle sue ali bagnate riscaldandosi dal freddo tagliente aspettando solo il momento giusto per riprendere il viaggio.
Il suo viaggio si fermo lì! Dovette trattenersi per tre giorni, il vento furioso non lasciava scampo, la sua voce emanava ruggiti così forti e minacciosi dall’apparire un leone affamato, dalle finestre un’ombra formatasi dal freddo formava sul vetro cristalli di ghiaccio.
Lassù nel camino, il piccolo uccello intanto attendeva paziente che il vento attenuasse la sua furia. Passarono i giorni, e al terzo il vento si attenuò, stanco forse della sua danza sfrenata. Il piccolo uccello così poté riprendere il suo viaggio, ma qualcosa cambiò il suo piumaggio: era diventato nero corvino, dal buffo aspetto arruffato.
Si dice che ogni anno torni per riscaldarsi nei camini, per tre giorni, aspettando che il tremito freddo finisca per poi sbocciare il volo.
M T.