Un giorno come un altro
Un giorno come un altro
Un giorno come un altro
I giorni si susseguono come l’alternarsi di un’altalena; la notte e il giorno, ai nostri occhi, appaiono scontati e indifferenti.
Se noi dormissimo sempre, non vedremmo la bellezza del giorno; se noi restassimo svegli, non assaporeremmo più la bellezza della notte. Ogni giorno è unico e irripetibile, perché stiamo vivendo il risveglio del giorno, che ci comunica la vita e il passare del tempo.
Sembra quasi scontato e automatico che, alzandoci, svolgiamo i nostri compiti, che sembrano sempre uguali, come un rituale. Sembra che tutto finisca qui, perché occupa gran parte della nostra giornata, ma non è così! Noi diamo più valore, anzi vediamo solo un pezzetto, quello più concentrato e più denso, quello che stimola la nostra parte operosa. È come se fossimo seduti su una sedia e vedessimo solo una parte della nostra vita, senza fermarci a pensare al valore del singolo giorno.
L’aspetto interessante è che noi perdiamo di vista ciò che rappresenta il giorno, cioè la nascita, un tripudio della nostra esistenza su questa terra. Ogni giorno noi nasciamo, per così dire, aprendo gli occhi, vedendo la nostra rappresentazione non solo attraverso uno specchio che riflette la nostra immagine immobile, ma attraverso lo specchio dei nostri occhi, che ci mostra tutto quello che ci circonda.
Per vedere, non servono formule magiche o bacchette magiche. Serve che ogni giorno sia come il primo giorno, come il primo passo, la prima parola, il primo gioco, il primo incontro, il primo albero… Dove tutto è nuovo e sconosciuto, come se vedessimo per la prima volta il giorno.
E dopo…
E dopo ci saranno altri giorni, nuovi, per chi, come sempre, saprà accoglierli.
MT.