Un Folletto, troppo curioso.
Riflessione: questa storia un po' arcaica e fantasiosa mette in evidenza la Natura e la natura dell’Uomo.
C’era una volta, molto tempo fa dove la Natura era rigogliosa e florida e tutto sembrava immobile come se il tempo, avesse trovato un luogo dove deporre le sue stanche ossa, in quella Natura incontaminata, alberi maestosi si innalzavano dando vita ai colori più brillanti, lì in quella Natura viveva un popolo, assai strano dalle sembianze quasi umane.
Un corpo piccolo e tozzo, dalle orecchie strane, quasi a punta, con degli strani ciuffi che gli uscivano dalle orecchie e dalle barbe lunghissime che toccavano quasi a terra, e che non venivano mai tagliate, davano saggezza, un tutt’uno con la terra.
Questo popolo misterioso era in simbiosi con la Natura, rispettava ogni singolo filo d’erba, non a caso il tempo si era fermato li a riposare.
Affermavano che la Natura era una cosa viva, aveva un corpo che respirava, proprio come tutte le creature della terra.
Un giorno un giovane Elfo, ancora inesperto della vita, e con pochi peli sul mento, segno di ancora poca saggezza e dall’aspetto un po’ buffo vestito in un modo stravagante, con dei pantaloni a sbuffo e una cinta d’oro, era incuriosito e desideroso di esplorare il mondo, che per lui, si trattava andare al di là della foresta in cui lui viveva.
Aveva notato; che al di là della foresta vivevano delle strane persone e delle strane case, incuriosito non aspettò un attimo, senza informare nessuno intraprese l’avventura.
Di là di quella foresta, viveva un vecchio con i suoi figlioli, lavorava la terra, con sapienza e saggezza; il giovane Elfo in un batti baleno, arrivò, alla fattoria.
Si nascose per non essere visto dagli abitanti della casa, osservò attentamente per non perdersi nulla, vide un vecchio che stava lavorando la terra e i suoi figlioli che lo stavano aiutando.
Era tutto molto curato, la loro casa era adornata, da cespugli di rose e dal pozzo dove veniva ad attingere l’acqua, anch’esso con dei meravigliosi cespugli fioriti.
Il giovane Elfo aveva notato anche un’altra cosa: quel vecchio era molto stanco e affaticato, dal lavoro pesante che faceva, così decise di aiutarlo.
Attese, con pazienza che la notte venisse, quando fu abbastanza buio, si incamminò, dirigendosi verso la casa, sbirciando dalla finestra osservò quello che stava accadendo e quello che vide lo commosse: il camino era acceso e sopra al fuoco una pentola, in tavola era tutto pronto, il vecchio si sedette, benedì il cibo con una preghiera.
L’Elfo vedendo quell’uomo tanto devoto e buono, si mise all’opera, con un salto balzò sul terreno quasi incolto, e dove il vecchio aveva seminato, tutto prese forma e vita, i germogli fiorivano con strepitosa velocita un raccolto rigoglioso.
Poi non ancora soddisfatto andò nella stalla, dove le mucche diedero più latte del solito, ma mentre stava per andarsene, un secchio gli si rovesciò addosso rimanendo intrappolato facendo un rumore assordante.
Il buon vecchio si precipitò a vedere cosa fosse successo, e vide che il secchio si era rovesciato ma c’era qualcosa di strano, il secchio tremava come una foglia; il vecchio con molta calma alzò il secchio e vide il piccolo Elfo, ma non si spaventò, anzi sembrava che fosse a conoscenza, della loro Natura.
Stettero a chiacchierare allungo, come fossero amici di lunga data.
Il vecchio non raccontò mai a nessuno, nemmeno ai suoi figli, rimase un loro segreto.
L’Elfo fece visita ogni notte, lasciando il segno del suo passaggio, tutto fioriva abbondantemente, il vecchio ogni sera non dimenticava mai di ringraziare il suo benefattore e amico
Purtroppo, gli anni passarono, il vecchio ormai vecchio morì, la tristezza per la morte del suo amico rimase per sempre nel cuore, ma decise di continuare ad aiutare i suoi figli, ma un giorno il figlio più vecchio volle scoprire cosa stesse accadendo alla sua terra, per cui decise di aspettare nascondendosi dietro ad un cespuglio.
Mentre stava in attesa scoprì la verità, vide uno strano gnomo, che saltellava qua e là e tutto cresceva come magicamente.
Rimase senza parole, ma felice non disse mai nulla ai suoi fratelli, come aveva fatto suo padre, mantenne il segreto.
Il folletto che lo aveva visto non disse nulla, e notte dopo notte, anno dopo anno tutto continuò.
Questo racconto può stimolarci a comprendere che l’amore, la volontà, l’altruismo, la compassione l’umiltà, possono dare frutti incommensurabili.
MT