Quella parte nascosta, di indifferenza.
Una breve riflessione: dove uomini e donne, convivono ogni giorno con l’indifferenza sia sul lavoro e dove anche la politica, valorizza solo sé stessa, e non la Donna e l’Uomo, che con il loro lavoro sostengono la società.
Questa indifferenza che ancora oggi, e per secoli si è perpetuata, maggiormente oggi, in una società come la nostra che all’apparenza sembra evoluta, la Donna e l’Uomo devono continuamente combattere per difendere il proprio lavoro a cui tengono.
Oggi, non è cambiato molto, il contadino ad esempio un lavoro duro, un lavoro, nobilissimo e poco valorizzato, io li definisco pittori del nostro paesaggio, che senza di loro noi cittadini non troveremo nulla sulle nostre tavole, di quello che noi abbiamo bisogno.
Vogliamo parlare di un altro aspetto altrettanto importante, di chi lavora all’interno della casa, anche quì nella totale indifferenza, un lavoro durissimo, e poco valorizzato, poco considerato nell’ indifferenza più totale, spesso demandato ad altre nazionalità: il lavoro di casalinga. In un’epoca non molto lontana donne, nonne lavoravano non solo dentro alla propria abitazione ma anche nei campi o svolgendo anche altre mansioni, per poter avere qualche soldo in più, non per il loro piacere ma per sostenere la propria famiglia, i propri figli magari dandogli qualcosa in più di quello che loro avevano avuto.
Oggi quel nome “casalinga” viene comunemente, sostituito con Colf, per darle più importanza o più sostanza, ma il suo significato non cambia la sua provenienza: solo perché non viene svolto fuori dalle proprie abitazioni, ma dentro alle nostre case siamo chiamate casalinghe, senza compenso. Uno sbaglio che la politica, e le istituzioni fanno, non considerandolo un lavoro vero e proprio, non contribuito e nemmeno retribuito.
Ma un'altra ingiustizia, ancora più assurda che la nostra politica fa al lavoratore, e non solo alla donna e compagna con cui convive, un uomo che lavora tutta la sua vita versando allo Stato i suoi sudori, e al momento della sua pensione, che dovrebbe essere un momento finalmente tranquillo di “agiatezza” e di riposo, dopo tante fatiche, e sacrifici, si trova ancora a versare sudore.
Come non bastasse tutto questo un giorno aprendo gli occhi, ci si accorge che dovremmo fare i conti con la nostra mortalità, e come se tutto questo ancora non bastasse, ci troviamo a combattere di nuovo per quella pensione, tanto sudata con il dolore e la sofferenza, dai nostri mariti, e compagne; per quella parte che anche se in quel momento poco importante, diventa poi essenziale, ma ancora una volta, dimezzata.
Ben poco rimane alle mogli, alle compagne, al contrario non avviene, alle mogli dei politicanti che non solo non viene, dimezzata, ma viene tramandata: questa grande ingiustizia, fatta dall’uomo, dove regole fatte per pochi, ma non per tutti, e da quel sudore tutto ricomincia da capo.
MT