Donna
Tu donna, fiore meraviglioso dalla apparenza fragile, dai tuoi petali delicati, il freddo gelido non ti spezza è solo un momento, una parentesi, della vita. Il freddo gelo non durerà per sempre, e i tuoi petali, avvolti in questa nebbia gelida sembrano all’apparenza appassiti, non appassiranno, non è riuscito a togliere la tua essenza.
Quel fiore rimarrà sempre un fiore e le cicatrici di quel gelido e freddo momento solo un flebile ricordo.
Tu donna che come farfalla voli libera, spensierata, danzi leggiadra, il tuo volo sembra non avere nemici, ma il nemico ha molti volti, arriva all’improvviso, sotto mentite spoglie.
Con la sua clava colpisce la farfalla, una rete dove le parole diventano la sua gabbia, la farfalla non vola più, le sue ali, richiuse su sé stesse.
Non hanno più la forza, prova ancora un ultimo battito d’ali, un ultimo sforzo, ma nulla è valso, la farfalla richiude le sue ali, e si addormenta, il suo sonno non ha più risveglio
Ora è libera da quel sonno che la teneva imprigionata, spiega le sue ali, vola, non ha più barriere, più confini, non più nemici, una nuova vita, non più clave, non più reti, non più gabbie, non più il gelido freddo che avvolge il suo corpo.
Ella sente di appartenere al suo corpo, alla sua anima e alla sua mente, consapevole di essere e di esistere non solo come madre, moglie, figlia ma soprattutto Donna.
M T.