Il Cacciatore
Il Cacciatore
Il Cacciatore
Cacciatore, perché impugni il tuo fucile! Fermo immobile con le braccia tese.
Le tue mani salde afferrano quello strumento di morte.
Ti inginocchi, sulla nuda terra, non per pregare, ma per fare sì che la tua mira sia perfetta,
aspettando un cenno un movimento.
E poi eccolo!
Un primo colpo, e poi un altro e tutto si è compiuto!
Un rumore assordante, aria densa, di un profumo meccanico che si innalza nell’aria.
Si alza l’uomo, portando il fucile sulle spalle.
Lo accompagna nel cammino la sua preda a pochi passi;
non ha più battito, né respiro, la pelle fredda, non c'è più vita, solo morte.
Raccolta da quella mano che l’ha uccisa, sorride portando con sé il suo trofeo,
ed eccolo di nuovo, ricomincia tutto da capo.
ma questa volta la preda diventa lo stesso uomo.
Il cacciatore diventa così preda di sé stesso, ferito dalla sua stessa mano e dal suo fedele
accompagnatore, il suo compagno di morte!
Ferito, immobile, il suo corpo questa volta respira, il suo cuore batte, la pelle ancora calda.
Anche la tua preda aveva un cuore che batteva, era calda,
il suo respiro affannoso; perché tu non gli hai lasciato tregua e lì ora accanto a te.
M T