Il mondo che vediamo
Il mondo che vediamo
Il mondo che vediamo
Il mondo a cui apparteniamo appare ai nostri occhi e ci dà l’idea di grandi trasformazioni, di grandi cambiamenti. In realtà, è la nostra frenetica corsa a prendere il sopravvento. Il modo in cui percepiamo il tempo!
Oggi, il nostro tempo lo guardiamo con l’orologio: i secondi scorrono misurando non la qualità, ma la quantità.
Produciamo in continuazione, in una corsa continua. Nulla ci ferma in questa corsa a ostacoli: gli ostacoli vengono abbattuti solo perché non li ascoltiamo. Non vuol dire che non ci siano: l’ostacolo ci avvisa del problema, mette dinanzi a noi ogni sorta di possibilità, ma purtroppo il treno è diventato troppo veloce per fermare la sua corsa.
Il mondo, ai nostri occhi, lo guardiamo sfrecciare di corsa nella lontananza.
Ci siamo dimenticati di noi stessi, perdendoci nel caos di abitudini che la vita ci porta. No! È sbagliato pensare che sia colpa della vita! La vita ci dà una scelta, un’opportunità. Lo sbaglio è di perpetuare con vorace e insaziabile appetito.
L’opportunità di essere, non di non essere. Il non essere ci porta al caos, a quello che ci portiamo addosso: sulle spalle, un sacco che giorno per giorno noi riempiamo, depositando piccoli frammenti di sasso con cura. Un sacco che, a questo punto, è diventato un macigno.
Pensiamo che così sia troppo tardi, che è così che deve andare, solo perché la nostra pigrizia - sì, pigrizia - non vuole dire solo stare fermi in attesa, ma anche non avere il tempo di fermarsi e permettersi di riflettere.
Anche questa è pigrizia.
Riflettere non la nostra immagine in uno specchio, bensì la nostra essenza: di noi stessi, esseri umani, uomini e donne; la nostra appartenenza, il nostro essere mortali, dando il giusto apprezzamento al nostro essere al mondo.
Appunto perché siamo mortali, il nostro tempo diventa ancora più prezioso. Passiamo la vita sfuggendo la vita, con una velocità impressionante.
Giunti al momento della vecchiaia, cosa è valsa la nostra frenesia? A perdere le cose più importanti della vita.
Prendendone coscienza, accogliendone i “difetti”, cambiando le regole, apriamo una nuova pagina in quel libro. Le pagine aspettano quella mano, quel dito che saprà sfogliarle, pagina dopo pagina, trovandone il piacere.
MT